Al contrario nella seconda metà del secolo si assiste a un rifiorire della produzione maiolicara sulla scia dei coevi movimenti pittorici del verismo e del Romanticismo mentre un nuovo impulso avranno anche la riscoperta dei temi legati al filone istoriato rinascimentale e manierista. L'opera porta sul rovescio la firma di Francesco Xanto Avelli da Rovigo. Nell'ultimo quarto del Cinquecento, dopo aver raggiunto, grazie a Jacopo di Stefano, livelli artistici paragonabili a quelli dei grandi ceramisti urbinati, la fabbrica di Cafaggiolo andrà declinando verso una produzione seriale per concludere la sua attività intorno ai primi decenni del Seicento. [73], In Piemonte si assiste, nella prima metà del Seicento, a un vero e proprio innesto della cultura ceramica ligure a opera del genovese Guido Bianchi che ottenne da Carlo Emanuele II di Savoia la licenza di aprire una fornace a Torino all'interno del Regio Parco. A. Vicenzi, 1961 Tipo di risorsa : testo , Livello bibliografico : monografia , Lingua : ita , Paese : IT Il catalogo prende in esame i cammei della collezione glittica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia. Auditorium dell'Università La voce crea, la voce salva. Poco oltre la metà del Cinquecento si registra nella produzione faentina di maioliche un mutamento d'orizzonte stilistico e formale. Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Nei centri di produzione ceramica marchigiano-metaurensi, (Urbino, Casteldurante, Pesaro, Rimini, Mondaino) continua fino a tutto il primo quarto del Seicento, una produzione ceramica di buona qualità, sia con le famiglie decorative a raffaellesche, a trofei e a paesaggi a decorazione "berrettina" (d'ispirazione veneziana), sia con temi istoriati. Nella sua produzione le istorie campeggiano a tutto campo per raccontare episodi tratti dai poemi epici e cavallereschi, scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio e tematiche affrontate dai grandi artisti rinascimentali, con particolare attenzione all'opera di Raffaello. I Musei Civici di Bassano del Grappa possiedono una cospicua raccolta di opere della dinastia di pittori che, da Francesco il Vecchio a Giambattista Volpato, ha avuto il suo culmine nella grande arte di Jacopo Dal Ponte detto Bassano. Bassano del Grappa (Museo Civico). Gli incontri si terranno in Sala Chilesotti presso il Museo Civico di Bassano, Piazza Garibaldi 34, Bassano del Grappa (VI). Il MIC, grazie alla rilevanza internazionale, le esposizioni, i convegni e gli eventi, è stato accolto dal Club UNESCO di Forlì[3] con il titolo di “Espressione dell’arte ceramica nel mondo”[4] e inserito tra i "Monumenti testimoni di una cultura di pace" secondo il programma dell'organizzazione lanciato nell’anno 2000, anno per la Cultura di Pace. Milano (MI) Bologna, fabbrica Finck, ultimo quarto del XVIII secolo. Novità, autori, appuntamenti e tutti i libri di Giangiacomo Feltrinelli Editore e dei marchi Gribaudo, Urra, Zoom, Rough Guides, Kowalski. Nella prima metà del Settecento nell'Italia settentrionale nascono nuove fabbriche di ceramica con decori ispirati ai nuovi modelli decorativi rococò presenti sia nelle nascenti manifatture di porcellana sia nei raffinati motivi decorativi nord europei: primo fra tutti il decoro alla rosa, e all'orientale con fiori di peonia, garofano e pagode. Contenuto trovato all'interno – Pagina 185À PROPOS DE DEUX VOLETS ET D'UN PETIT PANNEAU DU XVIE SIÈCLE AU MUSÉE DE BASSANO DEL GRAPPA Maddalena Bellavitis Résumé : L'examen d'un groupe de tableaux , conservés dans ce petit ... 16 ; P.M. Tua , Catalogo dei dipinti del Museo . Palladio, Ferracina, Casarotti Damiana Lucia Paternò 29.9.2021 (ore 17.30) QUANDO PALLADIO PARLAVA LATINO. Il catalogo, a corredo della mostra che celebra la conclusione del lungo restauro, racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente parla di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del Ponte degli Alpini. Campeggeranno così sulle maioliche, fra delicati girali fogliati, animali fantastici e mostruosi, cornucopie, trofei d'armi antiche, busti e ritratti anche a cornice di stemmi araldici e figurine intere. Ascolta gli episodi della serie. Il fascino e le suggestioni delle porcellane cinesi, importate in occidente lungo la via della seta, avevano conquistato sin dal tardo Medioevo le corti europee, ma fu grazie alla Compagnia britannica delle Indie orientali e alla Compagnia olandese delle Indie orientali, se nel Seicento si diffusero minutamente in tutti gli strati della nobiltà e della borghesia colta. Sarà il tempo del bianco, che privilegerà la ricerca formale a quella del colore tanto che la maiolica nei "bianchi di Faenza", dal denso color latteo, si ammanterà di tenuissime e aeree ghirlande a contornare amorini dalle forme berniniane, cavalieri, figure femminili e guerrieri turchi. È un unicum (nel panorama faentino ma non solo) la decorazione su un boccale in maiolica arcaica rinvenuto nell'area dell'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica G. Ballardini: una donna che tiene un falco con la mano destra e, con la sinistra, le redini dell'uomo che sta cavalcando. Nella sezione dedicata è presente un cospicuo corpus di opere in terraglia riferite principalmente alla Fabbrica Ferniani in cui operavano, per le opere di maggior pregio come ad esempio i grandi vasi a cratere, "valenti maestri plasticatori locali"[101] nell'ambito del filone istoriato a bassorilievo, ispirato ai modelli dei coevi stucchi neoclassici presenti negli interni delle più prestigiose dimore faentine. Questo tema lo ritroviamo spesso a piena campitura attorno ai cartigli farmaceutici oppure nella produzione civile e da "credenza" dispiegato a contornare scene istoriate prevalentemente bibliche o stemmi araldici. Da AL VECCHIO LIBRO, Bassano del Grappa, Italia Contatta il venditore. “Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre, tutte le guerre, sono un orrore. Dalle decorazioni fantastiche unite a geometrie di grande carattere si giunge verso la fine del XV secolo alle molteplici varianti della “grottesca” e al decoro “alla porcellana” con i quali tutta l'area senese giungerà fino alla fine del Cinquecento. Bassano del Grappa (Vi), Palazzo Sturm. "Egli ebbe una vera e propria passione per gli studi alchemici, che praticò anche con un discreto successo. Vaso con decorazione a quartieri, centrato da un medaglione con busto di Agramante al di sopra del registro farmaceutico. A partire dal mese di marzo, laFeltrinelli porta alla luce le storie di donne protagoniste di “rivoluzioni silenziose”, attraverso speciali ritratti tratteggiati da scrittrici, sportive, artiste e influencer; le voci di Michela Murgia, Amelie Nothomb, Isabel Allende, Nadia Terranova e Rula Jebreal per riflettere sul femminismo contemporaneo; uno speciale “Torneo di libri” per coinvolgere la community social che ha decretato “Cime Tempestose” di Emily Brönte come il classico al femminile per eccellenza. Contenuto trovato all'interno – Pagina 103107-110), sulla base del paragone, difficilmente eludibile, con il doppio ritratto di Antonio Canova e del fratellastro Giovan Battista Sartori, conservato al Museo Civico di Bassano del Grappa. Piatto dipinto con un "Mangiamaccheroni", Maiolica di Laterza, ultimo quarto del XVII secolo, Vaso a forma di Civetta. Carlo Cottarelli presenta "All'inferno e ritorno" a Prato, 25 Novembre Venezia, Cozzi, seconda metà del XVIII secolo. Faenza, 1777-1781. Dal 2011 il museo è stato accolto dal Club UNESCO di Forlì con il titolo di “Espressione dell’arte ceramica nel mondo”[2]. Nel 1920 Pietro Melandri in collaborazione con Francesco Nonni. 2.9.2021 (ore 17.30) PALLADIO, BASSANO E IL PONTE. Firenze (FI) Dovremo attendere tuttavia soltanto pochi decenni per vedere nuovamente un Medici protagonista indiscusso sulla scena dell'arte ceramica. Faenza, dopo l'evento della manifestazione dedicata a Evangelista Torricelli del 1908, tornò alla ribalta internazionale e questo fece sì che risorgesse dall'oblio della seconda metà dell'Ottocento, il manufatto ceramico con l'apertura di molti laboratori artigianali e industrie ceramiche. Com’è che ci s’ammala dentro, com’è che si guarisce? In mostra quella che è considerata come una delle due più importanti collezioni al mondo di incisioni del Maestro tedesco. Basilica di San Miniato a Monte Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto di parlarci del suo libro. Un nuovo marchio di editoria scolastica dedicato agli studenti e agli insegnanti. Architetto senza tempo A cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza Palazzo Sturm 20.6—19.10.2020. Il secolo d'oro della maiolica-Ceramica italiana nei secoli XV-XVI dalla raccolta del museo statale dell'Ermitage. Editore: MUSEI BIBLIOTECA ARCHIVIO, BASSANO DEL GRAPPA, 2017. Ritroveremo così nelle opere ceramiche i temi narrativi dell'istoriato ispirati alle opere dei maestri rinascimentali e in particolare a Raffaello e a tutta la produzione incisoria di Marcantonio Raimondi, riferitasi in quel periodo alle opere dell'urbinate. Tommaso Zoppi, Federica Venturini, Beatrice Baragatti. di Antonio Tabucchi. Teatro Tognazzi, Via Filippo Turati snc Per ricordo dell’illustre Noè Bordignon, pittore Con una delle più grandi mostre mai dedicate all’artista, Castelfranco Veneto e San Zenone degli Ezzelini celebrano la riscoperta di uno dei protagonisti dell’arte veneta tra Otto e Novecento In: Saggio sulla vita e le opere, anche letterarie, di Xanto Avelli in: Fra queste: il connestabile di Francia Anne de Montmorency, il cardinale Duprat, gli, Il decoro a "trofei" a Pesaro fra XVI e XVII secolo. Al contrario sul retro dei piatti derutesi compariranno nuove forme decorative come quella detta “petal back” con petali dipinti in sequenza e disposti a raggiera. E per raggiungere gli ambiti successi anche le maestranze di questa fabbrica poterono giovarsi della nuova tecnica del terzo fuoco ampiamente adoperata in altri centri di produzione. - IT Marco Taddei, Umberto Galimberti, Libreria Lovat, Via Isaac Newton 32 Una bibliografia sull'amore e gli innamoramenti. Per quanto attiene alla produzione istoriata a cui Deruta non appare particolarmente vocata, un posto d'eccezione è occupato verso la metà del Cinquecento da Giacomo Mancini detto “El Frate”, con i suoi grandi piatti “da pompa” più volte impreziositi da “lustro” metallico. Nella prima i maestri faentini elaboreranno i temi dello stile arcaico ispirandosi nell'ornato ai decori bizantini, come nella famiglia della "zaffera", dall'arabo al-safra=cobalto, in cui raggiungono una rara perfezione esecutiva ove su un plateau particolarmente bianco campeggia lo smalto a spessore cobalto intenso o per la famiglia "italo/moresca", subendo l'influenza delle maioliche ispano moresche provenienti dall'isola di Maiorca e dalla Spagna quando, attraverso l'accostamento dei colori blu e giallo (il cobalto si diluisce e si attenua ingrigendosi e il giallo si avvicina al citrino), si imiterà gradevolmente la nouance dorata del loro lustro metallico.[14]. A lui successe il nipote Andrea, che con spirito imprenditoriale seguì le orme dello zio, diffondendo ancor più le “robbiane”. Cinema Eden Brocca decorata a girali a foglia frastagliata. Contenuto trovato all'interno – Pagina 525Leoni - Montanari , 30 agosto - 9 novembre 1980 ) , Vicenza 1980 Boston , 1993 = Age of Rubens , catalogo della mostra a cura ... Un editore del Settecento , catalogo della mostra a cura di M. Infelise - P . Marini ( Bassano del Grappa ... Exhibition view at Musei Civici, Bassano del Grappa 2021. Leo Ortolani: firmacopie di "Blu tramonto" a Roma, 23 Novembre La tradizione gastronomica di questa splendida cittadina rigogliosa vanta produzioni di asparagi locali, del baccalà, e della famosa grappa, orgoglio nazionale. Lugano (TI) Montelupo Fiorentino, XVII secolo. @feltrinellied https://t.co/4Xa5k2tygh, RT @angelo_cennamo: Il romanzo che ha vinto il Pulitzer. In quella centrale si assiste a un'intensa rivisitazione della grande stagione del Rinascimento italiano, nei modi dell'area marchigiano metaurense, con le fabbriche Ginori e Cantagalli in Toscana, Molaroni a Pesaro, Carocci e Spinaci a Gubbio. Liguria, prima metà del XVIII secolo. A Pesaro si produceva maiolica sin dalla prima metà del Quattrocento in aderenza allo stile arcaico. Albarello decorato a occhio di penna di pavone. Faenza, metà del XV secolo. Albarello da farmacia decorato con stemma e girali di fiori e foglie. Segue un vasto corpus di frammenti che completano il repertorio tipologico, del fare ceramica, nel vicino oriente islamico dalle sue origini ai tempi più recenti.[115]. Catalogo Biblioteca; Auction catalogues; Vai alla Homepage del Portale di Ateneo. Montelupo, fine del XV secolo. Con loro verrà inaugurato un filone decorativo, sia in ambito devozionale sia per i servizi da tavola (credenze), che proseguirà sempre con ottima qualità attraverso le numerose discendenze anche collaterali dei Grue, fino a tutta la metà del settecento. Storia, tradizioni, informazioni sul reclutamento, novità e notizie sull'Arma, con sezioni dedicate ai rapporti con il cittadino ed al ritrovamento delle opere d'arte rubate. Il Bianchi proseguì con accenti di ottima qualità il filone calligrafico fitomorfico in monocromia turchina entro riserve a quartieri, a volte integrandolo con reminiscenze istoriate dell'ultimo manierismo e emblemi araldici.[74]. Nella seconda metà del secolo la qualità stilistica e formale declinerà in una decorazione seriale, per rifiorire negli ultimi decenni del Settecento con Gesualdo Fuina. Le grottesche spesso contorneranno le istorie, arricchendosi di festoni con foglie e frutti, anche d'ispirazione robbiana, e nell'esempio della coppa Bergantini, forse la più affascinante opera conservata dal Museo, ai trofei d'armi si aggiungeranno strumenti musicali come Chiarine, Cetre, Viole e Tamburi. Durante la metà del Cinquecento si affermerà nella maiolica destinata agli Speziali, anche il decoro a "quartieri", con colori brillanti, partiture lineari e curve che, su fondo giallo, verde, arancio, rosso, raccolgono le forme decorative delle grottesche, come delfini, girali fogliati, ali, foglie di acanto stilizzate e guerrieri o personaggi leggendari, tratti dalla letteratura rinascimentale. La ragione, l’etica, la politica, la giustizia, la sostenibilità, il diritto ai diritti, a prendere voce, ad essere liberi per partecipare alla democrazia e alla felicità. Un editore del Settecento” dal 26 maggio al 20 settembre 1990, con un catalogo della mostra pubblicato da Electa assai corposo e approfondito in tutti i vari aspetti di questa stupefacente impresa bassanese. Nei primi anni dell'attività della manifattura di Doccia il Marchese Carlo Ginori volle dedicarsi anche alla maiolica con decori in bianco e blu d'ispirazione olandese. Oggi la biblioteca è aperta dalle 09:00 alle 19:00. ai luoghi simbolici delle antichità classiche della civiltà etrusca e romana; dalle rappresentazioni del mondo vegetale (fiori, frutti, funghi, alberi e rami fioriti) agli insetti, farfalle, uccelli, pesci, di ogni specie. Boccale medioevale con stemma della famiglia Manfredi. "Voce, vita. Così accadrà anche in Faenza dove con l'apertura della fornace dei Conti Ferniani le maioliche faentine rivivranno un periodo di grande splendore fino a tutto l'Ottocento. Donne artiste nelle collezioni del Museo di Bassano, catalogo della mostra di Bassano Del Grappa, a cura del Comitato 8 marzo, Bassano del Grappa, s. e., 1986, pp. Tuttavia a partire dalla seconda metà del XVII secolo la ceramica veneziana subirà una lento e progressivo decadimento tanto che nella città lagunare sulla fine del Seicento rimarranno attive poche botteghe artigiane. L'opera è tratta dalle XIlografie delle Figure della Bibbia illustrate da stanze tuscane da Gabriele Simeoni, in Lione 1564.[68]. Montelupo Fiorentino, XVI-XVII secolo.[91]. Passano altri dieci anni prima di trovare un altro significativo intervento culturale sui Remondini: la mostra a Bassano del Grappa “Remondini. Museo di Storia Naturale Sicilia, XVII secolo.[93]. I libri consigliati! Verona (Museo di Castelvecchio). * - Main goods are marked with red color . Questo particolare tipo d'impasto, poroso e rivestito di "vernice piombifera trasparente",[100] era stato scoperto a cavallo tra Seicento e Settecento dagli inglesi Elers e nel settecento ne era continuata la produzione con J. Astbury, Enoch Booth e finalmente perfezionato e diffuso in tutt'Europa da Josiah Wedgwood nello Staffordshire. Cittadina gioiello ai piedi delle Prealpi venete, Bassano del Grappa è famosa per alcune sue peculiarità, tra le quali il caratteristico Ponte Vecchio - o Ponte degli Alpini - … Libreria Palazzo Roberti, Via Jacopo da Ponte 34 Andrea Batilla a Bookcity Milano, 20 Novembre "Lo sconosciuto delle poste" di F… twitter.com/i/web/status/1…, RT @artdielle: Questo libro è la storia di un delitto. Nell'area pisana dove sin dalla fine del XII secolo si produceva ceramica ingobbiata, e successivamente maiolica, sono attestate molte fornaci fino alla fine del Trecento, con la produzione di vasellame semplice anche graffito per uso domestico e farmaceutico. Altrettanto nota fu anche la pomposa "credenza" composta di centinaia di pezzi di tutte le fogge realizzata da Antonio Patanazzi per il terzo matrimonio di Alfonso II d'Este con Margherita Gonzaga, dove su ogni singola opera si trova dipinta, all'interno delle "istorie" o tra le raffaellesche, l'impresa ardet æternum, a significare l'amore eterno tra Alfonso e la giovane nipote Margherita. Faenza, XIV secolo. Nella seconda metà del Cinquecento opera la maggior figura della storia ceramica veneziana: Mastro Domenego da Venezia, che interpreta con colta sensibilità, sia i temi istoriati sia le composizioni decorative dei fondi. Quasi un "trompe-l'œil", di gustoso effetto decorativo, come ben si evince dal vassoio qui rappresentato. Bassano del Grappa, vanta un florido settore dell'artigianato, in particolare nel campo della ceramica, le cui produzioni sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. “Albrecht Dürer. Sono le piccole plastiche maiolicate policrome, a tutto tondo o a bassorilievo, a soggetto sacro e profano dal connotato quasi fiabesco. Museo Civico Nella prima metà del Cinquecento anche in Toscana e particolarmente nell'officina di Cafaggiolo,[56] voluta da Lorenzo di Pierfrancesco de Medici alla fine del Quattrocento all'interno del complesso della sua villa[57] assoldando mestranze di Montelupo,[58] si assiste a una produzione istoriata di alta qualità stilistica e formale, con tematiche comuni alle officine Urbinati e marchigiano metaurensi, oltre a una rara produzione di "lustri" attestata da pochi reperti conosciuti e probabilmente eseguiti a opera di maestranze derutesi o eugubine fatte giungere a Cafaggiolo. Scopri Sconti e Spedizione con Corriere Gratuita! [36], L'officina più famosa fu quella di Mastro Giorgio Andreoli a Gubbio e i suoi lustri a riflesso dorato o argentato e soprattutto (per l'unicità) rosso rubino, rimarranno insuperati. Scopri come partecipare. L'opera s'ispira alla stampa intitolata "La caduta sotto la croce" di Marcantonio Raimondi, che aveva conosciuto il capolavoro di Raffaello (oggi al Museo del Prado) probabilmente attraverso una copia di Agostino Veneziano. Nella sezione espositiva è presente una significativa selezione di opere in porcellana e terraglia, delle officine italiane del XVIII secolo, con particolare attenzione alla porcellana Ginori a Doccia. - Bassano del Grappa 1592) Adorazione dei pastori Il Museo Eremitani di Padova apre le porte alla mostra A riveder le stelle, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con “The Bank Contemporary Art Collection” e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.Visitabile da oggi – 30 ottobre 2021 – fino al 31 gennaio 2022. I furiosi anni venti, Novità in libreria [54], In realtà molte anonime officine continuarono per tutto il Cinquecento, in veste quasi seriale, a produrre opere alla “robbiana” ma ormai, come scrisse il Vasari, con la metà del Cinquecento “restò l'arte priva del vero modo di lavorare degli invetriati”[55]. Ne sono un emblematico esempio le due anfore neoclassiche qui riprodotte in cui il Comerio compendia, con rara eleganza, racconti tratti dalla mitologia classica (in questo caso scenette con Pan, Menadi e Satiri) e esile decorazione fitomorfica. In alcune fabbriche si prediligeranno i decori alla "Berain" derivati dai modelli francesi e quelli a rovine e paesi, con l'immaginario fantastico dei capricci architettonici. Il magistrato e autrice di La stanza numero 30 a La7, dopo più 20 anni in tv. Ettore Miraglia, Fumettibrutti, documentazione e catalogo, Vicenza 2007. [113]; nelle vetrine sono inoltre presenti reperti anatolici, dell'Iran, e di epoca Achemenide. Contenuto trovato all'interno – Pagina 649Dipinti e sculture del XIX secolo , catalogo della mostra , a cura di F. Mazzocca , Venezia 2000 , pp . 7274 ; M. Guderzo , a cura di , Antonio Bianchi , in 1 cataloghi del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa . Bollettino Del Museo Civico Di Bassano Libri. "I Marinali a Bassano con uno sguardo di Fabio Zonta", Museo Civico di Bassano del Grappa. In questa produzione si distinguerà, dalla metà del seicento, la famiglia dei maiolicari savonesi Guidobono ai quali si devono una vasta quantità di pezzi di tutte le forme con temi pittorici tratti dal vasto repertorio mitologico e biblico (tipologia dell'istoriato barocco) oltre a un ricco decoro paesaggistico d'intensa cromia turchina. Le fogge tipicamente barocche, saranno destinate prevalentemente ai vasti corredi per le spezierie e arricchite da plastiche zoomorfiche con una tavolozza monocroma dal caratteristico blu, affiancata da una rara produzione policroma. Della eccellente produzione istoriata il museo conserva alcuni esemplari fra cui uno eccezionale: un grande boccale con effigiato Papa Leone X e siglato con una Sp, la magistrale bottega di Jacopo di Stefano in Cafaggiolo.[59]. "Omaggio alla Bellezza, Orazio Marinali " Galleria d'Arte Piazzotto Montevecchio, Bassano del Grappa. Unitamente ai manufatti smaltati si affianca, fino alla metà del Quattrocento, ceramica graffita ingobbiata e invetriata, dai caratteristici decori stilizzati fito zoomorfici in bicromia verde (ramina) e bruno giallastra (ferraccia). Nicola da Urbino risulta particolarmente sensibile all'opera di Raffaello, come nell'esempio della targa con "La salita al Calvario" dipinta nella sua bottega. Infatti più frequente era la ripresa dalle volgarizzazioni delle Metamorfosi e soprattutto dagli apparati illustrativi. Grande piatto decorato con motivi calligrafico/fitomorfici. Altre dinastie che darànno lustro alla ceramica castellana sono quella dei Gentili, che ha in Carmine il magistrale capostipite e quella dei Cappelletti. Il Museo Eremitani di Padova apre le porte alla mostra A riveder le stelle, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con “The Bank Contemporary Art Collection” e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.Visitabile da oggi – 30 ottobre 2021 – fino al 31 gennaio 2022.
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